Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Piero Biolati è una di quelle persone che sta su un elicottero e fa detonare una miscela di idrogeno/ossigeno in una DaisyBell, una campana attaccata ad un cavo che gli penzola al di sotto: l'onda d'urto fa cedere la neve come desiderato, e così le piste sono sicure.
Sceso a terra, fissa con precisione gli estremi di un vetrino di rottura superficiale, destinato a spezzarsi per lo spostamento delle rocce: in questo modo si può valutare il pericolo di distacchi per le case più a valle. Già che c'è, dal bagagliaio tira fuori la cassetta degli attrezzi e provvede a frantumare dei pietroni, visto che sono troppo grandi per essere portati via e la strada deve essere riaperta in fretta.
Poi sale su un tetto a montare una “linea vita”: si tratta di un cavo che in genere corre lungo la linea di colmo e al quale si devono assicurare coloro che salgono sul tetto. In caso di caduta una fettuccia si apre per attutire la tensione del cavo, evitandone la rottura.
Mentre è sul tetto si sporge fino ai pannelli fotovoltaici e alle grondaie per una pulitina, dopodiché sostituisce i paraneve, perché il freddo e la neve prima o poi torneranno. Da lassù osserva i rami che deve potare. Il tempo di scendere, di cambiare attrezzatura ed è di nuovo ora di salire, questa volta su di un albero che sporge un po' troppo sulla strada.
Anche se magari Piero non fa tutto questo in uno solo giorno, ciò fa parte delle sue attività quotidiane: i suoi lavori in quota nascono dall'esigenza di risolvere situazioni complicate, e in un territorio come la Valle di Susa le montagne ed il clima convivono con le persone anche grazie al lavoro di Piero.
Il suo sorriso spiega benissimo perché è contento di fare quello che fa ormai da tempo e con tanta esperienza. L'amore per la montagna lo ha spinto fin da giovane verso gli spazi aperti e le altitudini, influenzando tutto il resto. Nel '77 ha partecipato alla costruzione del tunnel del Frejus e ha preso il brevetto da “fochino” per l'uso degli esplosivi. Negli anni ha continuato ad allargare i suoi campi di intervento - è anche un tecnico del soccorso alpino - e a ottenere i vari brevetti, tanto da poter operare entro i confini europei.
(Per la cronaca: in Italia operano 5 campane DaisyBell, una è in Valsusa).