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Frossasco è un comune di oltre 2.800 abitanti situato non lontano da Pinerolo, in Val Noce. Tra il 1928 e il 1954 inglobò anche i vicini comuni di Cantalupa e Roletto.
Le origini di Frossasco risalgono all’epoca romana, come testimoniano i ritrovamenti di spade e monete.
Feudo dell'Abbazia di Novalesa, fu donato al monastero di santa Maria di Pinerolo dalla marchesa Adelaide di Susa, nel 1064. Successivamente il territorio passò sotto il controllo di diverse famiglie nobiliari, tra cui i Romagnano, i Bigliore e i Mombello; nel 1524 fu eretto a contea e nel 1561 passò ai conti Provana di Leinì .
Tra il 1536 e il 1539, fu occupato dai Francesi, per poi tornare sotto il dominio dei Savoia.
Monumenti e luoghi d'interesse
TORRE, CINTA MURARIA E PORTE
La caratteristica forma quadrangolare del centro storico fa risalire le sue origini al tipico "castrum" di epoca romana.
Fortificato dagli Acaia alla fine del secolo XIV con mura, torri e fossati, Frossasco conserva le quattro porte d'accesso. Due si sono conservate integralmente, quella di San Giusto (lato nord del quadrilatero) e quella di Pinerolo (lato sud), mentre quella di Torino (lato est), seriamente danneggiata nell’aprile 1977, è stata restaurata.
La Porta di San Donato, sulla strada per Cantalupa, fu distrutta nella notte del 19 luglio 1965 da un atto vandalico e ricostruita negli anni successivi: una targa apposta nel 1971 ricorda il grave episodio.
In una nota si segnala che nell’anno 1586 venne chiamato il famoso pittore Bernardino Lanino di Vercelli a dipingere gli stucchi ducali sui quattro archi delle porte di accesso al paese.La torre medievale fa parte della cinta muraria del borgo voluta da Filippo d’Acaia alla fine del secolo XIV, prima dell’occupazione francese durata dal 1536 al 1539.
La porta in direzione di Cantalupa
La "Casa di Frossasco" al Borgo medioevale di Torino.
Restano torri (la cinta difensiva ne comprendeva ventotto) e tratti delle mura del 1300; a sinistra della centrale via Principe Amedeo, due notevoli case quattrocentesche, con ornamenti in cotto alle finestre gotiche e affreschi risalenti al XIV secolo.
Una ricostruzione della "Casa di Frossasco" è visibile al Borgo Medioevale di Torino, al parco del Valentino, che così viene descritta: "ispirata ad un edificio storico ancora oggi conservato a Frossasco, nel Pinerolese, esprime la vocazione commerciale e artigianale nell’ampio porticato al piano terreno, mentre le luminose bifore del primo piano ne sottolineano la funzione residenziale.
Chiesa di San Donato
La chiesa parrocchiale, dedicata a San Donato, è posta fuori le mura, nell'angolo nord-ovest dell'abitato. L
Ha origine antiche: la prima notizia certa parla di un'antica cappella sorta su un tempio pagano nel 1200 circa. La cappella fu poi ricostruita con una chiesa a tre navate, terminanti con altrettanti absidi pentagonali.
All'interno sono di notevole interesse il pulpito databile tra la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo e i numerosi affreschi del cinquecento. All'esterno sulla facciata principale sono da notare: un antico affresco di San Cristoforo ed a lato un secondo affresco del XVII raffigurante la Vergine col Bambino. In origine la facciata era in mattoni, poi ricoperti in calce. Il campanile a lato della chiesa, è della metà del Cinquecento.
San Bernardino, San Rocco e San Giovanni
La chiesa barocca di San Bernardino, realizzata con mattoni a vista, risulta edificata tra il 1760 e il 1770 su progetto dell'architetto Giuseppe Gerolamo Buniva. L'interno è ad un'unica navata con piccoli corridoi laterali. Dietro l'altare maggiore, è installato un coro di pregevole fattura, e sui lati due altari completano l'arredamento. Inoltre l'organo presente all'interno della chiesa, datato 1400, è uno dei più antichi presenti nel pinerolese. A fianco della chiesa, il campanile a sei piani con cuspide ottagonale.
La cappella di San Rocco, ubicata ai confini con il comune di Cantalupa, risale al XVI secolo ed è stata restaurata nel XIX secolo.
Nella parte collinare del comune si trova la cappella di San Giovanni.
Cappella del Boschetto
Edificata nel XV secolo, conserva al suo interno un ciclo di affreschi dedicati alla storia della Vergine Maria, attribuiti al maestro di Cercenasco e restaurati nel 2003-2004. La Cappella è di proprietà della Società Operaia di Mutuo Soccorso di Frossasco, che nel 2019 ha aderito al progetto “Chiese a porte aperte” della Consulta Regionale per i Beni Culturali Ecclesiastici Piemonte e Valle d’Aosta: la Cappella è stata dotata di un sistema automatizzato per l’apertura e di un sistema multimediale per la narrazione storico-artistico-devozionale, e può quindi essere visitata autonomamente.
Tradizioni e folclore
Sagra degli Abbà
I festeggiamenti della Festa patronale, che cade all'inizio del mese di agosto, sono curati dagli "Abbà", cioè da un comitato retto da un capofamiglia per ognuna delle quattro contrade del paese (San Bernardino, Madonnina, Castello e San Donato).
Si tratta di una tradizione che risale al Medioevo, che vedeva incaricato dell'organizzazione di feste, balli e intrattenimenti l'abate annuo, con la collaborazione dei capofamiglia con prole, eletti ogni due anni.
Le manifestazioni sono maggiormente concentrate nella giornata della domenica, con la sfilata a cavallo dei figuranti in costume per le vie del paese, e dei successivi "giochi dei borghi", che assegnano alla contrada vincente lo stendardo del "Leone Nero".
La "Lesera"
La “lesera”, che si svolge nel periodo natalizio, è una delle manifestazioni più antiche di Frossasco. Con il lavoro serale e notturno di volontari viene preparata, neve e freddo permettendo, una pista di ghiaccio larga non più di settanta centimetri, che verà poi percorsa dalle "lese", bassi slittini con i pattini di ferro.
Per viaggiare sulla lesa bisogna formare una "Cuncà", cioè una fila unita di minimo tre lese, dove trovano posto cinque persone. Un buon conduttore di cuncà può raggiungere una velocità di picco di 50 km/h.
In particolari occasioni viene organizzata la pitulada: nel punto in cui la cuncà raggiunge la sua maggiore velocità viene stesa una fune, a cui vengono appesi polli e tacchini (pitu) morti, con un anello sul becco. Il concorrente che riesce ad agganciare l'anello con un apposito attrezzo si aggiudica l'animale.
Negli ultimi ultimi anni, durante la sagra degli Abbà viene organizzata una versione estiva della lesera. In questo caso, al posto delle lame di ferro, le "lese" vengono dotate di ruote.