Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Come accade nelle migliori saghe, dopo aver divorato i capitoli finali ci siamo concessi il piacere del “prequel”. Ogni saga che si rispetti, infatti, ha il suo inizio, che spesso viene raccontato in un secondo momento… ed è stato così anche per la nostra storia. Dopo aver pedalato lungo l’ultima parte della Via Francigena, da Bardonecchia a Santa Maria di Leuca, abbiamo sentito il richiamo dell’inizio.
Oggi, il nostro viaggio da Canterbury a Santa Maria di Leuca si è concluso davvero: un cerchio perfetto, aperto e chiuso sulle due ruote.
Il 29 agosto siamo atterrati a Londra, da dove abbiamo raggiunto la meravigliosa Cattedrale di Canterbury, in una giornata di sole epica, per dare inizio a questo nuovo viaggio, attraverso l’Europa, a ritmo decisamente Slow. Reduci dalle ultime avventure a pedali, questa volta abbiamo scelto di non fare grandi programmazioni: circa 80-100 km al giorno, senza tempistiche particolari, ma solo il piacere della scoperta. Ed è così che una volta raggiunte le bianche scogliere di Dover, e preso il traghetto per Calais, siamo entrati subito nel giusto spirito del viaggio.
Cattedrale di Canterbury. Km 0 della Via Francigena
Lungo i canali della Saone
Nota tecnica: questa parte di Francigena è poco frequentata e segnalata. Il percorso pedonale non è adatto alle biciclette, esistono delle varianti ciclabili (segnalate sulla guida Cicerone) ma spesso a causa delle piogge, le strade sterrate risultano impraticabili. Le varianti proposte da Komoot nella sezione cicloturismo sono una valida alternativa che permette di evitare i tratti più complicati.
I primi 500 chilometri di viaggio ci hanno accolto con una costanza quasi disarmante: campi a perdita d’occhio o ciclabili lungo placidi fiumi, uno scenario che si è ripetuto giorno dopo giorno. Ma, come in ogni pellegrinaggio, lo stupore non nasce dalla grandiosità, bensì dalle piccole meraviglie. Il terreno, quasi sempre sterrato, ci ha condotto da nord a sud dell’Europa, con un ritmo quasi ipnotico, fatto di pedalate sempre uguali… finché all’improvviso qualcosa rompeva la monotonia: un villaggio che appariva dal nulla, una chiesa solitaria, una famiglia di ricci che attraversava la strada, una luce particolare che illuminava il cammino. Piccoli segni che ci dicevano di non fermarci e di andare avanti.
Il simbolo della Francigena ci dice che siamo sulla strada giusta
Attraverso il vitigno di veuve cliquot
Così, nonostante il vento costantemente contrario e gli scrosci di pioggia alternati a raggi di sole abbaglianti, abbiamo trovato la bellezza proprio lì, nelle sorprese inaspettate lungo il percorso, e nella storia delle città attraversate come Arras, Laon, Reims, Châlons-en-Champagne, Champlitte (sede della via francigena) Besancon, Pontarlier, Losanna e molte altre.
È proprio la città di Reims che segna il cambio di paesaggio: da qui si entra nella regione dello Champagne. Colline e distese a perdita d’occhio coltivate a vite. Un cambio di panorama che ci ha fatto bene allo spirito ed al palato.. qualche bollicina ci ha aiutato a dare un po’ di ritmo al viaggio!
Dallo Champagne si passa alla Borgogna, per poi arrivare nella zona delle Prealpi ed entrare in Svizzera.
In quest’ultima parte di viaggio le pianure coltivate e i lunghi tratti pianeggianti hanno ceduto il passo a salite più impegnative, che ci hanno portato dentro scenari completamente diversi. I campi si sono trasformati in pascoli verdissimi, punteggiati da tantissime mucche che sembravano accompagnare il nostro cammino con il loro sguardo curioso. Intorno a noi, un susseguirsi di paesaggi spettacolari: colline morbide, campanili dalle tegole colorate, piccoli allevamenti e tantissime cascine che ci hanno raccontato le storie di una vita scandita dal ritmo lento della natura. La fatica delle salite era ripagata a ogni curva, quando lo sguardo si apriva su orizzonti che sapevano di autenticità e di libertà.
Un bicchiere di Champagne al posto del Polase
Il punto informativo di Ivrea
Nota tecnica: in questi anni il traforo del Monte Bianco è chiuso per lavori e molto del traffico su ruota si è spostato sul traforo del Gran San Bernardo (strada di montagna con gallerie e lavori in corso). Ci è stato fortemente sconsigliato di percorrerla in bicicletta e la soluzione più pratica ed economica è quella di prendere il Flixbus che fa la tratta Losanna – Aosta, e così abbiamo fatto.
Così, con il nostro ingresso in Italia, la discesa in picchiata su Ivrea e la risalita su Bardonecchia, si è conclusa la nostra esperienza sulla Via Francigena.
Per noi è stato il viaggio del numero 3:
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3 viaggi in 3 anni diversi
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30 giorni in sella
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3.000 km percorsi con tantissimo dislivello
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3 Stati attraversati: Francia, Svizzera, Italia (i 50 km inglesi li teniamo da porte)
La vera nota di merito della tratta Canterbury-Bardonecchia è senza dubbio la tranquillità e la sicurezza. Il treno è sempre a portata di mano per gli imprevisti, e le persone incontrate si sono dimostrate accoglienti e gentili. In questi dieci giorni abbiamo dormito ben cinque volte in strutture donative, che qui hanno un livello decisamente più alto rispetto a quelle trovate in Italia.
E così, il nostro prequel ha completato la saga: la Via Francigena, da Canterbury a Santa Maria di Leuca, è stata scritta. Un viaggio che vivrà per sempre dentro di noi!
Album di viaggio
Sugli sterrati della regione del Grande Est
Tra le vigne dello Champagne
Benvenuti a Chalon en Champagne con la sua architettura tipica
La birra della Via Francigena trovata nel donativo "Au Bon Vivant"
Timbri e reintegro delle energie
Le bici sono protette da Sigerico
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