Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Il 1° ottobre alle 9.30 presso il piazzale antistante il Santuario in frazione Selvaggio di Giaveno si terrà l’inaugurazione di un nuovo percorso escursionistico tematico denominato “Sentiero Selvaggio”; subito dopo partirà l’escursione guidata sul sentiero (per iscrizioni: Ufficio Turistico di Giaveno 0119374053).
Il percorso, che nasce della volontà di dar voce al territorio da cui nacque e prese origine il Santuario con le sue genti che così tanto si prodigarono per la sua costruzione, fa parte di un progetto più ampio di valorizzazione del territorio che ha avuto inizio con la realizzazione nel 2021 del “Sentiero delle Vite”.
Per la ricerca di testi ed immagini è stato creato dall’Associazione ValSangone Turismo, gestore dell’Ufficio Turistico di Giaveno, un gruppo di lavoro formato da abitanti di Frazione Selvaggio, alcuni dei quali costituiscono la memoria storica della valle e che già con le loro pubblicazioni hanno contribuito a far conoscere il territorio come Michele Rege e Ennio Baronetto.
Sono stati coinvolti anche il Forum della Protezione Civile di Giaveno che si è occupato sia della parte teorica sia del posizionamento delle bacheche, e la guida escursionistica Federico Dovis che ha contribuito ad individuare il tracciato migliore grazie alla conoscenza del luogo.
Il tracciato ripercorre vecchi sentieri utilizzati nella tradizione dai borghigiani che si muovevano per svolgere le loro attività: agricoltura, pastorizia e silvicoltura. Il sentiero si sviluppa su un percorso ad anello lungo circa 12 km con un dislivello totale positivo di 682 m da quota 686 m a quota 967 m. slm.
È un itinerario di media difficoltà adatto ad essere percorso in ogni stagione, escludendo, vista l’esposizione prevalente a sud, le giornate più calde dell’anno.
Le nove bacheche posizionate lungo il percorso restituiscono all’escursionista uno spaccato della vita degli abitanti della valle all’epoca in cui venne costruito il Santuario oltre ad un approfondimento sul periodo della Resistenza in Val Sangone. Una bacheca tratta anche l’aspetto più naturalistico con la visita dei “Ciciu” di Villanova, formazioni geologiche che si creano grazie all’erosione creando la forma di fungo. Ce ne sono ben cinque posizionati lungo il percorso, uno più visibile e gli altri nascosti tra la vegetazione.
Lungo il tragitto l’escursionista potrà trovare inoltre due punti panoramici da cui la vista spazia su tutta la Val Sangone. Si cammina su strade sterrate, sentieri, ed in minima parte su strade asfaltate.
Il paesaggio è caratterizzato da bosco misto con prevalenza di specie eliofile come pino silvestre e roverelle, oltre alla vegetazione tipica di queste altitudini con alternanza di bosco ceduo di castagno e faggio e vegetazione pioniera come frassini e betulle tipica di pascoli e coltivi abbandonati di recente.
Un tempo i terrazzamenti ospitavano anche vigneti: traccia di questa antica coltivazione sono i “Cazot d’Autin” ancora visibili in mezzo alla vegetazione.
“L’obiettivo del percorso è di far conoscere all’escursionista il territorio da cui ebbe origine il Santuario di Nostra Signora di Lourdes. Territorio, inteso non solo come luogo fisico ma come comunità costituita da persone, con la loro fede e religiosità, elementi fondamentali per costruire, per rendere vivo l’edificio stesso, struttura che si fonde armoniosa con l’ambiente che lo circonda”, spiega Stefania Merlo, Presidente dell’associazione Val Sangone Turismo.
Per l’Assessore al Turismo, Edoardo Favaron “questo è un altro prezioso lavoro di ricerca e valorizzazione che rende il nostro territorio sempre più fruibile agli escursionisti, ampliando le possibilità di itinerari per scoprire Giaveno e la valle, percorribili anche in mtb”.
Infine, il Sindaco Carlo Giacone sottolinea l’importanza del fatto che “in entrambi i sentieri, quello Delle Vite l’anno scorso e quello del Selvaggio adesso, si sia messa in evidenza la storia della nostra comunità, con tutto il suo vissuto: non soltanto quindi un’escursione fisica, ma anche spirituale, sulle tracce dei nostri avi”.